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Mazda RX-7 Type RS (FD35) RHD 1994 Vintage Red 1:18

49,95 €
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  • Solido
  • Scala 1:18
  • Novità 
  • Edizione limitata
  • Diecast con aperture
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Mazda RX-7 Type RS (FD35) RHD 1994 Vintage Red 1:18 (Solido 1810602)

La Mazda RX-7 è un'automobile sportiva costruita dalla casa automobilistica giapponese Mazda in tre generazioni dal 1978 al 2002. 

Caratteristica peculiare di questa vettura è il suo motore rotativo Wankel.

Commercializzata inizialmente solo in Oriente, è stata successivamente esportata in Europa e negli Stati Uniti.

Di questa coupé esistono tre generazioni: la prima, presentata nel 1978, solo un anno dopo la cessazione della produzione della prima vettura di serie equipaggiata da tale motore, la NSU Ro 80, la seconda, prodotta dal 1985 al 1991, e l'ultima prodotta fino al 2002 (anche se negli ultimi anni la produzione fu destinata al solo mercato interno giapponese e limitata a pochi esemplari). Venne sostituita dalla Mazda RX-8.

La terza e ultima serie (modello FD3S) vide la luce nell'ottobre del 1992 con un ulteriore raffinamento della linea per adeguarla ai mutati canoni estetici dell'epoca, che ne fece una delle sportive giapponesi più apprezzate per lo stile. 

Venne esportata al di fuori dei confini giapponesi fino al 1996, e mantenuta in produzione per gli ultimi anni solo per il mercato interno, con il sub-brand dẽfini, pur conservando il nome RX-7.

Il motore montato su questa versione era il wankel rotative 13B REW che, con rapporto di compressione pari a 9:1 e sovralimentazione mediante due turbocompressori sequenziali e intercooler aria-aria, erogava nella versione europea 239 CV a 6500 giri/min (255 CV in quella giapponese), mentre nelle versioni Type R e Type RS, in vendita per il mercato interno dal 1999 al 2002, sviluppava 280 CV, dati però solo dichiarati dalla casa per un vincolo tra le case costruttrici giapponesi che imponeva di non superare quella potenza, in realtà quel motore superava alla prova dei fatti i 300 CV.

Il sistema di turbine sequenziali era sofisticato per una vettura di normale produzione.

Sviluppato in collaborazione con Hitachi, era composto da un gruppo turbocompressori in blocco unico, specificatamente progettato, consistente di due turbine di ugual dimensioni Hitachi HT12, gemellate nel lato caldo, azionato dai gas di scarico provenienti dai rotori.

Il sistema, nato per sopperire ai limiti tecnici dei turbocompressori di allora, era stato studiato per fornire una curva di coppia generosa e molto piatta fin dai bassi regimi.

Un solo turbocompressore piccolo infatti avrebbe consentito una coppia poderosa ai bassi regimi, ma fornito un motore molto soffocato agli alti; per contro un turbocompressore molto grosso avrebbe aumentato eccessivamente il ritardo della risposta all'acceleratore (turbo-lag) pur fornendo una buona potenza agli alti. 

Il sistema impiegato sulla RX-7 è di fatto concettualmente semplice, ma di esecuzione assai complicata: i due turbocompressori erano azionati dai gas di scarico e soffiati nel collettore di aspirazione prima singolarmente e poi in coppia, in parallelo. La prima turbina consentiva una sovralimentazione pari a 10 psi (0,689 bar) a partire da 1800 giri/min, la seconda turbina (nel frattempo tenuta in una sorta di "stand-by") era resa operativa a partire dai 4000 giri/min e permetteva di mantenere i 10 psi (0,689 bar) di sovralimentazione fino alla linea rossa dei 7500 giri/min (7000 giri/min per la versione europea). Il passaggio dalla modalità "singola" alla modalità "doppia" tra i 3500 ed i 4000 giri/min vedeva la pressione di sovralimentazione scendere intorno ad 8 psi (0,551 bar), per questo motivo sulla RX-7 si parla non di pressione di sovralimentazione ma di schema della pressione di sovralimentazione, appunto definito 10-8-10.

Tutto il sistema era gestito tramite attuatori pneumatici, valvole a solenoide, valvole by-pass e valvole di sfogo e gestito tutto dalla centralina elettronica del motore, per la sua complessità era spesso fonte di problemi, dovuti in gran parte alla manutenzione che non veniva eseguita correttamente.

Il sistema di iniezione MAP (Manifold Absolute Pressure) L-Jetronic studiato da Bosch prevedeva due iniettori per ogni rotore, azionati anch'essi in modo sequenziale: il primo iniettore da 550 cm³/min alimentava il rotore nel campo di funzionamento del primo turbocompressore, il secondo iniettore da 850 cm³/min veniva azionato in concomitanza con l'entrata in funzionamento del secondo turbocompressore. 

Per lo stesso motivo, la pompa benzina era azionata a due velocità.

Il motore in questione adottava anche la doppia candela di accensione per ogni rotore, gestito da un sistema elettronico con sensore di detonazione piezo-elettrico, per attenuare il problema del Wankel di avere camere di combustione schiacciate e allungate che davano problemi per il fronte di fiamma che doveva viaggiare da un punto all'altro della camera in pochissimo tempo.

Per quanto riguarda le sospensioni la vettura era dotata del sistema a doppi bracci triangolari sovrapposti di lunghezza ineguale all'anteriore, mentre al posteriore presentava un sistema Multilink. 

Sia all'anteriore che al posteriore troviamo ammortizzatori telescopici e molle elicoidali, completati da barre antirollio. 

I duomi delle sospensioni erano rinforzati da una specifica barra al posteriore ed una regolabile all'anteriore, non presente però nella versione touring e base.

I freni erano a dischi ventilati da 294 mm con pinze flottanti a 4 pistoncini all'anteriore e a dischi ventilati da 294 mm con pinza fissa a singolo pistoncino al posteriore. ABS a 3 canali di serie su tutte le versioni. Servosterzo con assistenza variabile in base alla velocità.

La trazione alle ruote posteriori con differenziale a slittamento limitato di tipo Torsen avveniva tramite un cambio manuale, denominato Type R152a a 5 marce sincronizzate. I rapporti delle marce erano: prima 3.483:1; seconda 2.015:1; terza 1.391:1; quarta 1.000:1; quinta 0.719:1; retromarcia 3.288:1; rapporto finale 4.100:1. Era disponibile anche una trasmissione di tipo automatico denominata R4A-EL controllata elettronicamente a 4 rapporti e con convertitore di coppia.

Le prestazioni dichiarate erano di una accelerazione da 0 a 100 km/h in 5,5 secondi e 250 km/h di velocità massima, tutto questo grazie anche al peso contenuto di circa 1280 kg.

Il basso centro di gravità, la configurazione con motore anteriore dietro l'asse delle ruote e la trazione al posteriore, unitamente ad una eguale distribuzione dei pesi di 50:50 sui due assi hanno reso l'RX-7 una vettura dalla buona guidabilità e performante se portata al limite.

La Mazda RX-7 è stata iscritta nel 2002 al campionato Super GT nipponico nella classe GT300 dal team RE Amemiya. 

Oltre ai nuovi sistema di sicurezza prescritti dal campionato e a nuove appendici aerodinamiche, la vettura è stata dotata di un propulsore potenziato a 400 CV di potenza.

Eccola finalmente riprodotta in scala 1:18 da Solido

Bellissima in diecast e con aperture  Mazda RX-7 Type RS (FD35) RHD 1994 Vintage Red 1:18

1810602
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Scheda tecnica

Produttore
Solido
Scala
1:18
Tipologia
Auto Sportiva
Colore
Rosso
Casa Costruttrice
Mazda
Materiale
Die Cast con Aperture
Contenitore
Scatola Vetrina

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